Editorial

Jan Nicolaas Kind – Brasile

Lungo tutti i 12 anni della sua esistenza la rivista elettronica Theosophy Forward ha sempre sostenuto l’idea dell’unità teosofica attraverso il dialogo. Durante il periodo del mio coinvolgimento nell’organizzazione delle International Theosophy Conferences (ITC), in tante conferenze il pensiero specifico dell’“Unità Teosofica” era spesso un tema rilevante.

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Il vostro direttore al centro, con una faccia buffa insieme a, alla sua destra, Gene Jennings (ULT) e Herman C. Vermeulen (S.T. di Point Loma); alla sua sinistra Danson Kiplagat e Carolyn Dorrance (entrambi dell’ULT di Santa Barbara, Cal.). Un gruppo eterogeneo di ricercatori. Foto scattata in occasione di un Incontro Internazionale all’Aia, in Olanda

Helena Blavatsky ha affermato: “La Verità è la ricerca di ogni Teosofo”

È questa ricerca della Verità che tutti gli studenti di Teosofia dovrebbero avere in comune e l’Unità sta proprio in questa ricerca.

Comunque, essere uniti in tale lavoro non è poi così facile. I Teosofi e i loro rispettivi gruppi o Società, nei primi anni, sono passati attraverso considerevoli dolori della crescita, proprio come accade agli adolescenti.

Negli anni direttamente successivi al passaggio oltre il velo di H.P.B., avvenuto nel 1891, disaccordi, dispute e anche separazioni dalla casa madre erano comuni. Coloro che, guidati dalla propria coscienza, fecero davvero uno sforzo per andare incontro ai Teosofi di altre correnti misero veramente in pratica il Primo Scopo. Nel tempo ve ne furono vari, di questi coraggiosi tentativi.

Molti furono i passi avanti compiuti nel tempo. Teosofi delle varie correnti, con approcci diversi alla comprensione della TheoSophia, si relazionano adesso tra loro cercando di imparare gli uni dagli altri, e questo è un bel progresso.

Sebbene ogni tanto i vecchi e logori conflitti si riacutizzino, attualmente non sentiamo più il mantra “Torniamo a Blavatsky”, dato che tornare indietro implica riportare indietro l’orologio e, di conseguenza, possiamo solo andare “Avanti con Blavatsky”.

TUTTE le correnti teosofiche non sono che rami di un più grande albero familiare teosofico. Ciascun ramo si è guadagnato il suo posto al sole, ciascuno rappresenta una sfaccettatura unica del diamante chiamato Movimento Teosofico.

Nella nostra ricerca della Verità siamo incoraggiati ad approfondire seriamente, consciamente e sempre con la mente aperta tutto quello che ci si presenta davanti.

Tenuto conto del fatto che la Teosofia, o TheoSophia, non è stata inventata da Helena Blavatsky e che non finirà con lei, tutti sappiamo che senza dubbio ella è stata un formidabile canale per la reintroduzione dell’Antica Saggezza, da lungo tempo dimenticata. In più di un’occasione H.P.B. ha specificatamente insistito nel ricordarci che dobbiamo ricercare e approfondire senza mai dare niente per scontato, così da non cadere nella trappola dell’ortodossia.

Sono stato abbastanza fortunato da riuscire a farmi amici tra gli studenti affiliati ai vari gruppi e ne ammiro sinceramente le attività: l’organizzazione di eventi, i gruppi di studio, i corsi, le pubblicazioni di libri e altro. Tutti ci mettono la loro particolare energia e ciò che hanno compreso per arrivare all’auto-realizzazione e, conseguentemente, lavorano ispirati dagli alti ideali che cercano di rendere il nostro pianeta un posto migliore, perché alla fine questo è ciò che conta, non si tratta della MIA Teosofia o della TUA Teosofia!

Talvolta, comunque, i vecchi tormenti ricompaiono. Quel che accadde più di 125 anni fa sembra di nuovo attuale, cosa che al giorno d’oggi non è più realistica. Ai nostri giorni, nella nostra epoca, il dialogo tra i teosofi in molti casi li avvicina, poiché riconoscono che uno dei principali scopi dello scambio è quello di imparare gli uni dagli altri, valorizzando le reciproche scelte e gli autori preferiti, scelta che ciascuno fa in base alle proprie rispettive discendenze generazionali. Tutti sono liberi di approvare o di non essere d’accordo, ma rispettosamente. Per imparare si deve mettere in pratica l’arte dell’ascolto dei credo e delle convinzioni degli altri senza nessun pregiudizio. Come tutti i buoni ascoltatori sanno, saper ascoltare è una qualità del cuore. Dovrebbe essere applicabile qui qualcosa di simile all’impollinazione incrociata, che non è un’impollinazione a una via.

È controproducente, vorrei perfino dire semplicemente ridicolo, resuscitare avvenimenti che sono accaduti tanto tempo fa. Il passato non può essere cancellato. Da ogni parte sono stati fatti errori; cionondimeno il futuro è nostro ed è qui ed ora e, con questa visione in mente, siamo in grado di continuare il nostro meraviglioso viaggio insieme.

Forse, per liberarci dai legami del passato sarebbe saggio leggere di nuovo alcune frasi sagaci, riequilibranti e risananti di Dorothy Bell, che troviamo alla fine della sua ben nota introduzione al testo Roots and Shoots: 

“… Ma l’impulso originale che ha prodotto il seme e la pianta, i rami e i germogli, ciò che corre sottoterra, ha un posto al sole, c’è ancora, e cerca espressione e compimento. Non c’è bisogno di cambiare i confini, annettere altri territori, abbattere i compartimenti, se non nella prigione della mente. E una mente paralizzata dai ricordi – dalla separazione e dalla paura – non può mai essere libera. Possiamo trovare il nostro posto al sole andando oltre i legami del passato e servire quell’impulso in qualsiasi parte ci troviamo. Questo è il nostro terreno, questo è il nostro centro, questa è la nostra famiglia teosofica.

Per leggere la versione completa di questo importante articolo di Dorothy Bell:

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http://www.theosophyforward.com/articles/the-society/533-editorial-sp-937771929

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http://www.theosophyforward.com/articles/theosophy/2957-editorial