Mini-intervista Bruno Carlucci

The Society MI 10 Bruno

1. Come ti chiami, da dove vieni e da quanto tempo sei membro della ST?

Mi chiamo Bruno Carlucci e vengo da Brasilia, in Brasile. Al momento vivo tra San Paolo e Brasilia. Sono ufficialmente membro della S.T. dal 2016, ma mi vedo più come un collaboratore che come un membro nel senso di essere legato a un’istituzione. Studio Teosofia dal 2005 e sono anche stato socio di altri piccoli gruppi incentrati sullo studio e sulla pratica del buddismo mahayana e del primo gnosticismo cristiano, tenendo comunque conto dei contributi della letteratura teosofica nello studio di queste tradizioni.

2. Hai qualche ruolo nel tuo Gruppo/Sezione e se sì, quale?

Al momento sono un membro attivo del gruppo di Brasilia della Società Teosofica, in cui ci concentriamo sulla letteratura originale, come gli scritti di Blavatsky e le Lettere dei Mahatma. Ogni tanto condivido qualcosa di quello che ho imparato studiando il buddismo e lo gnosticismo, tenendo conferenze nel mio gruppo su questi e altri temi correlati.

Inoltre sono uno dei fondatori del “Gruppo Jnana”, in cui proviamo a promuovere tra i teosofi una ricerca più profonda del buddismo e della filosofia ermetica.

3. Come sei entrato in contatto con la Teosofia o ne hai sentito parlare per la prima volta?

Nell’adolescenza mi sono sentito molto attratto da temi come la mitologia, le civiltà antiche e le loro religioni, la magia, l’occultismo e così via. Quando per la prima volta mi sono imbattuto in un testo di Blavatsky in internet, nei primi anni 2000, l’ho trovata un personaggio molto interessante, nonostante capissi a malapena di che cosa trattasse la Teosofia. Negli anni ho avuto modo di conoscere degli autentici profondi studiosi di Teosofia, uno dei quali, nel 2004, diventò la mia migliore amica all’università. Mi introdusse in questo mondo totalmente nuovo dove potevo vedere sotto una nuova luce il filo conduttore tra tutti i temi a cui mi ero interessato fin dall’adolescenza. Ho iniziato a leggere testi sullo gnosticismo antico e sui Vangeli Gnostici e questa visione alternativa del cristianesimo ha dato sicuramente una svolta al mio mondo.

Ho iniziato a leggere sul serio i testi di Blavatsky e questo mi ha aperto le porte verso il desiderio di imparare di più sulla spiritualità orientale e, un paio di anni dopo, il buddismo avrebbe iniziato a vibrare profondamente nel mio cuore.

 4. Che cosa significa per te la Teosofia?

Dal mio punto di vista la Teosofia di per sé non è una dottrina e nemmeno una religione. È un metodo di investigazione per provare a scoprire il nucleo di insegnamenti di ciascuna delle tradizioni autenticamente fondate dai Mahatma - è il metodo per svelare la Religione Saggezza.

 5. Qual è il tuo libro teosofico preferito e perché?

 La Voce del Silenzio di H.P.B. Contiene l’essenza stessa del buddismo e di tutto ciò che riguarda il vero Occultismo nella sua forma migliore e più profonda: compassione, purificazione, sacrificio di sé, rinuncia e saggezza.

 6. Qual è, secondo te, la più grande sfida che la Società Teosofica si trova oggi ad affrontare?

Non distogliere l’attenzione dagli insegnamenti fondamentali e dalla tradizione connessi alla Religione Saggezza, dai dogmi etici e religiosi espressi nei testi La Luce sul Sentiero di Mabel Collins, La Voce del Silenzio, Occultismo Pratico, Iside Svelata e La Dottrina Segreta, tutti di H.P. Blavatsky.

 7. C’è qualcosa che augureresti al Movimento Teosofico, per il futuro?

Vorrei che si ricordasse al Movimento Teosofico uno dei suoi scopi fondamentali (se non quello più importante): essere al servizio della Fratellanza Universale, di lavorare cioè allo studio e alla promozione della tradizione e di quegli insegnamenti che sono una manifestazione della Saggezza. Religioni come il buddismo mahayana, l’ermetismo, il primo gnosticismo cristiano e le sue ramificazioni successive, come il sufismo gnostico; il neoplatonismo (scuola da cui proviene il termine Teosofia, certamente non una scelta casuale); la Kabalah, l’Advaita Vedanta e la tradizione vedica nel suo insieme, così come altre scuole di filosofia indiana; il taoismo e tutte quelle scuole e tradizioni dove possiamo continuare a cercare frammenti di Verità e che potrei aver dimenticato di menzionare. Non considero la Teosofia come un universalismo superficiale o semplicemente come un’altra forma di ecumenismo, ma come una chiave per meglio comprendere dove si possano trovare echi dell’antica Religione Saggezza. In altre parole, spero che i teosofi prendano in considerazione la loro responsabilità come studenti e il loro potenziale di aiuto ai Detentori delle Tradizioni Misteriche che accolgono il cammino che conduce alla liberazione dalla sofferenza.

Nota del direttore responsabile:

 

Le opinioni e le idee espresse nelle mini-interviste sono esclusivamente quelle di coloro che vengono intervistati e non rappresentano necessariamente le idee e le opinioni dei redattori del Theosophy Forward. Le risposte degli intervistati non vengono riviste nel contenuto. Alcuni collaboratori danno alle domande delle risposte brevi, altri affrontano l’argomento in modo più esteso.

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