1. Come ti chiami, da dove vieni e da quanto tempo sei membro della S.T.?
Mi chiamo José Manuel Anacleto e sono di Lisbona, sebbene mi consideri cittadino del mondo. Ho cominciato a studiare Teosofia nel 1979 con un gruppo di amici, così non ho sentito l’urgenza di affiliarmi a qualche organizzazione teosofica, neppure quando ho visitato la Società Teosofica Portoghese (Adyar). Successivamente, nel 1988, fui tra i fondatori di un’istituzione denominata Centro Lusitano de Unificação Cultural-CLUC (Centro Lusitano di Unificazione Culturale), che è tuttora attivo sotto la mia direzione e, sebbene non sia un’organizzazione teosofica in senso stretto, la Teosofia è la sua chiave di riferimento. Alla CLUC pubblichiamo vari libri e la rivista Biosofia (www.biosfia.net). Faccio conferenze e corsi e organizzo altre attività (per esempio pratiche di meditazione), che sono in larga misura teosofiche o generalmente connesse alla Filosofia Esoterica. Nel 2001 sono divenuto membro della Sezione Portoghese della Società Teosofica di Adyar, essenzialmente per dare il mio contributo. Lì mi son dato da fare per circa due o tre anni, ma per varie ragioni l’esperienza è giunta al termine. Qualche anno più tardi, nel 2006, mi sono affiliato alla Loggia Unita dei Teosofi (LUT).
2. Svolgi delle attività nel tuo Gruppo/Sezione e se sì, quali sono?
Ho svolto attività solo presso la Sezione Portoghese della Società Teosofica di Adyar, per circa tre anni. Sono ancora membro della Loggia Unita dei Teosofi, ma non posso dire di essere un vero attivista, perché le mie responsabilità e il lavoro presso il Centro Lusitano de Unificação Cultural (www.centrolusitano.org). Comunque, nella LUT ci sono buoni studenti di Teosofia, così come ve ne sono nella Società Teosofica di Adyar, nella Pasadena Theosophical Society (Point Loma) e in piccoli gruppi o a livelli di ricerca ancor più ristretti. Su questo non si discute.
3. Come hai saputo dell’esistenza della Teosofia o come sei venuto in contatto con la Società Teosofica?
All’età di 14 anni (intorno al 1975) ho cominciato a pormi domande sul significato della Vita e specialmente, all’inizio, sul cosiddetto problema del Male. Sono stato cresciuto nel contesto della cristianità, che ho abbandonato un anno più tardi, poiché non dava risposte soddisfacenti alle domande che mi ponevo. A quel tempo parlavo approfonditamente di tutto questo con un mio amico e compagno di scuola superiore. Condividevamo gli stessi interrogativi fondamentali ed entrambi arrivammo, ciascuno per la sua via, a conclusioni provvisorie piuttosto simili. Questo mio amico, attraverso il padre di un altro comune amico, venne in contatto con libri di Teosofia e di Filosofia Esoterica e me ne parlò. Così mi comprai La Chiave alla Teosofia, il primo libro teosofico che ho letto e dove ho iniziato a trovare quelle connessioni che mancavano, in relazione alle idee che avevo già formulato da me.
4. Cosa significa, per te, la Teosofia?
E’ il substrato della Coscienza da cui cerco di vedere, interpretare e comprendere tutte le cose. La Teosofia getta luce su ogni aspetto, collegando e dando significato a tutto. Essendo una saggezza universale e senza tempo, essa fornisce una chiave d’intendimento più veloce e profonda di qualsiasi altro sistema e da essa si possono derivare ulteriori elementi di supporto per la comprensione che si è ottenuta. Per quanto mi riguarda, grazie alla Teosofia ora i miei orizzonti sono illimitati ed essa mi ha permesso di conseguire uno stato di appagamento più duraturo.
5. Qual è il tuo libro teosofico preferito e perché?
La Dottrina Segreta e per varie ragioni:
a)per tutto quello che rivela, che è ineguagliato, sia nelle dimensioni sostanziali sia nei valori e per tutto quanto lascia aperto, come fossero semi su cui meditare per ulteriori approfondimenti. Oggigiorno, con la molteplicità e la facilità di accesso alle fonti delle conoscenze scientifiche e tradizionali, che Helena Blavatsky non ebbe (cosa che rende il lavoro che fece ancora più ammirevole), c’è un immenso lavoro da fare, di sviluppo, realizzazione e ricerca delle prove di fatti, dagli indizi lasciati dal testo;
b) Per i magnifici Cosmogenesi, Antropogenesi e Piano Evolutivo che superando ampiamente ogni altra filosofia (e avendone studiate molte, lo dico con profonda convinzione);
c) Per l’originale e quasi infinita combinazione di varie tradizioni spirituali, filosofie, religioni, mitologie e prospettive scientifiche;
d) Perché leggerla rivela sempre significati nuovi e più ampi;
e) Poiché ci insegna come pensare in modo esoterico, per esempio dal generale al particolare, dal piano delle cause a quello degli effetti e a considerare l’interconnessione e l’interdipendenza del tutto;
f) Perché è una lettura di quelle che trasformano, e pertanto eminentemente pratica, (benché apparentemente possa sembrare il contrario). E’ un capolavoro supremo di Jnana Yoga. Dopo La Dottrina Segreta, sceglierei Le Lettere dei Mahatma e La Voce del Silenzio.
6. Secondo te, qual è la più grande sfida che la S.T. deve affrontare in questo momento?
La sfida più grande è quella di recuperare la Teosofia originale con la stessa Saggezza, ispirazione, coraggio, lucidità, e con la stessa libertà dai pregiudizi che caratterizzò Helena Blavatsky e i suoi migliori discepoli e compagni. Quello che fu detto dopo la sua morte dovrebbe essere attentamente rivisto, non perché [ora, N.d.T.] tutto sia necessariamente sbagliato, ma perché ci sono stati, indubbiamente, equivoci e inganni. Non si tratta qui di condannare nessuno: semplicemente è più facile avere una visione chiara, con il senno di poi e senza essere coinvolti nelle situazioni del passato. Non si dovrebbe nemmeno affermare che H.P.B. era infallibile, cosa che lei stessa sarebbe la prima a rigettare inequivocabilmente, e nemmeno fissare dei dogmi indiscutibili, ma considerare che con uno studio e una ricerca approfonditi si arriva a comprendere che lei ed i Mahatma avevano una visione, scienza e discernimento superiori. Allora, basandoci su tali fondamenta, cerchiamo di sviluppare, rigorosamente, ma creativamente, le numerose applicazioni della Teosofia, che contribuiranno in modo decisivo a una nuova Umanità e a un nuovo mondo, più saggio, giusto e compassionevole; allora il Movimento teosofico potrà avere di nuovo l’impatto che ha avuto sul mondo.
7. C’è qualcosa che vorresti augurare al futuro del Movimento Teosofico?
Mi auguro che non perdiamo l’impulso dato nel 1875 e negli anni seguenti, così da evitare che ci sia la necessità, più avanti, di ripartire di nuovo, in forma diversa. Spero che i teosofi siano buoni studiosi - di quelli che non danno per scontato di conoscere già tutto quel che è saliente, possedendo solo vaghe nozioni sulla Reincarnazione e sul Karma (legate ad una credenza teistica che né H.P.B. né i Mahatma hanno mai avallato) – e buoni praticanti (non solo nei 30 minuti di meditazione ma nella loro quotidiana esperienza di vita); in altri termini, spero siano veri teosofi. Mi auguro che una Teosofia profonda e ben fondata getti luce sulle nostre illusioni, i nostri capricci, favoritismi personali e desideri di protagonismo a tutti i costi. Spero che non cediamo a mode e soluzioni facili, così che le opere teosofiche di alta qualità non siano sempre rifiutate dalle librerie, sostituite da lavori di scarso valore.
Mi auguro che si possa capovolgere l’attuale situazione in cui numerose correnti e movimenti nel mondo, più o meno di successo, che sono direttamente o indirettamente debitori della loro esistenza allo spirito originario della Teosofia, riescano ad ammetterlo. Riconoscere questo debito è molto più che un fatto di giustizia: è utile anche perché le persone possano volgere lo sguardo verso la fonte originaria.
Nota dell’editore:
Le opinioni e le idee espresse nelle mini-interviste sono esclusivamente di coloro che vengono interpellati e non rappresentano necessariamente quelle della redazione del Theosophy Forward. Le risposte alle interviste non vengono riviste nel contenuto. Alcuni intervistati danno alle domande risposte molto brevi, mentre altri approfondiscono più ampiamente il soggetto.
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http://www.theosophyforward.com/articles/the-society/1757-mini-interviews-jose-manuel-anacleto