Dorothy Bell – Australia
Dorothy Bell
Gli eventi e le tempistiche dell’albero genealogico teosofico americano hanno dissimulato, in una certa misura - la vera natura della sua vita evolutiva – i cicli e modelli di crescita, declino e rinascita e, in questo ambito, le lotte per portare a compimento gli scopi originali della Società Teosofica.
Nuove stagioni hanno visto alcune ramificazioni dell’albero genealogico infittirsi e produrre germogli, mentre altre avvizzire e morire. Nel tentativo di farsi strada dal sottosuolo verso la luce e individuare nuove aiuole, nuove derivazioni delle radici principali hanno trovato il loro posto al sole – separate solo in apparenza. Sull’albero madre le tempeste hanno danneggiato dei rami, talvolta riducendoli a pezzi. E, nella pienezza dei cicli, sono cadute foglie, mentre altre sono cresciute, prendendo il loro posto sui ramoscelli e sulle altre ramificazioni, facendosi strada per trovare la luce, rispondendo a quello stesso impulso vivente e vibrante che permette l’espressione e l’espansione della vita.
Quell’impulso del cuore che aveva piantato i suoi semi nel 1875 e aveva fatto crescere il veicolo esteriore – la Società Teosofica – per portare nel mondo la luce della saggezza, è ancor oggi con noi, nei cuori dei molti che rispondono tuttora alla sua chiamata originale, pur avendo denominazioni diverse, in settori e territori eterogenei.
Negli anni, sono state tracciate linee di demarcazione sulla sabbia, sono state piantate siepi, delimitati e difesi territori. Col tempo, le linee tracciate sulla sabbia hanno perso la loro nitidezza, ma così non è stato per quei solchi della mente che la memoria ha fatto propri, che sono divenuti storia. Nel passato la percezione che si fossero smarriti degli ideali, che si fossero prese direzioni sbagliate, e che gli insegnamenti fossero stati annacquati ha generato disarmonia, divisioni e separazioni – e si sono sviluppati nuovi modelli di nascita, crescita e rinnovamento, o di declino e decadenza.
Ma l’impulso originario che ha prodotto il seme e l’albero, i rami e i virgulti, le ramificazioni sotterranee con il loro posto al sole, è ancora tra noi, che cerca espressione e compimento. Non c’è bisogno di cambiare alcun confine, annettere altri territori, eliminare compartimenti, salvo nella prigione della mente. E una mente paralizzata dai ricordi – dalla separazione e dalla paura – non potrà mai essere libera. Possiamo trovare il nostro posto al sole andando oltre la schiavitù del passato e servendo quell’impulso ovunque siamo. Questo è il nostro territorio, il nostro centro; questa è la nostra famiglia teosofica.
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