Integrazione tra Meditazione e Scienza

La pratica della Mindfulness porta esperienze non immediatamente interpretabili dagli scienziati che vogliono studiarne i benefici psichici sul cervello. Ad una conferenza tenutasi vicino a Boston, il 5 aprile 2014, i ricercatori della Brown University descriveranno come siano arrivati ad integrare l’esperienza di Mindfulness con i dati concreti delle neuroscienze per procedere in maniera più rigorosa.

La Mindfulness è sempre personale e spesso spirituale, ma l’esperienza di meditazione non deve essere soggettiva. I progressi nella metodologia stanno permettendo ai ricercatori di integrare le esperienze di Mindfulness con la brain imaging e con i dati dei segnali neurali per formulare ipotesi verificabili dal punto di vista scientifico – con i conseguenti benefici sulla salute mentale di tale pratica.

Un gruppo di ricercatori della Brown University, diretto da Juan Santoyo Jr, presenterà il proprio metodo di ricerca, sabato 5 aprile 2014, alla 12th Annual International Scientific Conference of the Center for Mindfulness (12esima Conferenza Scientifica Annuale Internazionale del Centro per la Mindfulness) alla University of Massachusetts Medical School. Il loro metodo impiega una codifica strutturata dei resoconti sulle esperienze mentali forniti da coloro che meditano. Questo va rigorosamente correlato con le misurazioni quantitative neurofisiologiche.

Alla luce della Teosofia – Occhi

 [Questo articolo è stato pubblicato nel numero di dicembre 2013 de The Theosophical Movement. Per ulteriori articoli di questa eccellente rivista cliccate sul link: http://www.ultindia.org/previous_issues.html]

Gli occhi sono lo specchio dell’anima; essi indicano chi siamo realmente. I guru dell’autoguarigione ci incoraggiano a guardare in profondità nei nostri stessi occhi. Ma guardare in fondo agli occhi, che siano nostri o degli altri, può non essere un’esperienza piacevole, perché non tutti siamo preparati ad accettare ciò che essi rivelano, scrive Vinita Dawra Nangia. Gli occhi palesano lo stato emozionale della persona in un particolare momento. L’autrice scrive che talvolta nei suoi occhi si può osservare la presenza di un’anima pacifica, altre quella di un vecchio cinico dallo sguardo disilluso, o di una persona giovane e piena di entusiasmo. Ella afferma che, guardarsi allo specchio, era ogni volta come vedere una persona nuova. Colei che spiava dai suoi occhi dava ogni mattina un’indicazione di cosa ella stesse realmente pensando e provando, dietro la maschera social mondana.

Enciclopedia Teosofica

Radha Burnier

[L’articolo seguente si basa su una voce, scritta da Mary Anderson, contenuta nella Theosophical Encyclopedia, compilata da Philip S. Harris, Vicente R. Hao Chin, jr. e Richard W. Brooks (Quezon City, Filippine: Theosophical Publishing House, 2006), rivista per il Theosophy Forward da John Algeo].

Burnier, Radha (nata Sri Ram) (1923-2013) è stata il settimo Presidente Internazionale della Società Teosofica (Adyar). Radha Sri Ram è nata il 15 novembre 1923, nella proprietà della Società Teosofica ad Adyar, Madras (ora denominata Chennai), India, dove ha passato la sua infanzia. Suo padre, Nilakanta Sri Ram, che ha lavorato per tutta la vita per la causa teosofica collaborando, tra le altre cose, con Annie Besant, è stato il quinto Presidente Internazionale della Società Teosofica. Anche sua madre, Srimati Bhagirathi, era un membro attivo. Pur essendo di famiglia bramina, teosoficamente, essi non osservavano le regole di segregazione dalle altre caste, regole prevalenti a quel tempo. Nel 1951 Radha sposò Raymond Burnier, un cittadino svizzero, prendendone così la nazionalità.


Radha Burnier in un momento di riflessione.

Provenendo da una famiglia teosofica, Radha sviluppò ben presto un interesse per le questioni filosofiche e spirituali, tanto quanto la consapevolezza dell’importanza dei valori e la sollecitudine verso i meno privilegiati. Un’infanzia passata nella splendida proprietà di Adyar accrebbe il suo amore per la Natura e la sensibilità verso le sue bellezze. Promuovere l’armonia e la cooperazione tra i popoli era per lei un modus vivendi praticamente da sempre, grazie al fatto di aver incontrato, da bambina, molte persone provenienti da varie parti del mondo.

Ansia e depressione: serve meditare?

Un’analisi recente dell’Università Johns Hopkins su ricerche precedentemente pubblicate rivela che con una trentina di minuti di meditazione al giorno si possono diminuire i sintomi dell’ansia e della depressione.

“Molte persone utilizzano la meditazione, ma tale pratica non viene considerata parte della terapia medica convenzionale in nessun caso”, afferma Madhav Goyal, medico specializzato in Medicina per la Salute Pubblica, assistente presso il Dipartimento di Medicina Generale Interna della Johns Hopkins University School of Medicine e direttore di uno studio pubblicato online il 6 gennaio nel Journal of the American Medical Association, Internal Medicine. “Ma dal nostro studio risulta che la meditazione darebbe sollievo ai sintomi dell’ansia e della depressione nella stessa misura degli antidepressivi, come rilevato da altri studi”. Non vi erano infatti forme evidenti di ansia o depressione ordinarie nei pazienti.

La nostra unità – Serie: Superare le divisioni

Marijn Gijsbers – Olanda

Cosa può essere fatto per superare quegli ostacoli, apparentemente insormontabili, che hanno diviso le varie tradizioni teosofiche per così tanto tempo?

La risposta a questa domanda è sia molto semplice sia impegnativa. Semplice perché se tutti riuscissimo a vivere la Teosofia non ci sarebbero divisioni, solo unità. E impegnativa perché comprendere la Teosofia è una cosa, praticarla quotidianamente è un’altra.

Ora cerchiamo di essere chiari riguardo a un punto: quando dico Teosofia intendo quella che ci è stata portata dai Maestri e da H.P.B.

La nostra unità – Serie: Speranza e responsabilità

Jonathan Colbert - Stati Uniti

Unità e solidarietà – Speranza e responsabilità

“L’unione fa sempre la forza e, poiché al giorno d’oggi l’Occultismo sembra una “Impresa Disperata”, l’unione e la cooperazione sono indispensabili. Infatti, l’unione implica una concentrazione di forza vitale e magnetica contro le correnti ostili del pregiudizio e del fanatismo.”

Mahatma K.H., Le Lettere dei Mahatma ad A.P. Sinnett, primo volume, pag. 75.

Per la serie “La nostra unità”

John Roberts – Stati Uniti

L’uno attraverso il molteplice, il molteplice attraverso l’uno


TEOSOFIA
Una filosofia vivente per l’umanità
Volume VIII
n. 6 (48) – Marzo-Aprile 1952

Il riconoscimento di ciò che è Teosofia pura – la filosofia della spiegazione razionale delle cose e non i principi – è della più vitale importanza nella Società [Teosofica] in quanto essa sola può fornire la luce di quel faro che serve per guidare l’umanità nel suo vero cammino. (H.P.B. nel suo Primo Messaggio ai Teosofi Americani, 1888).

Per la serie “La nostra unità”

John Algeo – Stati Uniti

Quando osserviamo il mondo vediamo – non unità ma divisione – non solo diversità, ma disarmonia. Vediamo un antagonismo aggressivo tra nazioni, religioni, settori particolari di religioni, razze, gruppi etnici ed individui. Può il concetto di unità riconciliare questa apparente disunione?

Il Merriam-Webster’s 11th Collegiate Dictionary, tra le altre accezioni, definisce l’“unità” come “condizione di armonia” e “totalità di parti correlate: entità che è un insieme complesso o sistematico”. Tali accezioni non escludono la diversità dal concetto di “unità”; ma la implicano. Il contrario di una piccola verità è una falsità, il contrario di una grande verità è una verità ancor più grande. L’unità è la verità più grande di tutte.

Nel “Proemio” a La Dottrina Segreta (1:14-20), Blavatsky scrive che “il primo assioma fondamentale della Dottrina Segreta è … una Essenza — Unica Assoluta… L' ‘Universo Manifestato’ … è pervaso dalla dualità che è, per così dire, l'essenza stessa della sua EX-istenza come ‘Manifestazione’. Ma … i poli opposti del Soggetto e dell'Oggetto, dello Spirito e della Materia, non sono altro che aspetti dell'Unica Unità nella quale sono sintetizzati”.

La parola “unità” deriva, tramite il francese antico, dal latino “unus”, che significa “uno”, che a sua volta è collegato sia all’Indo-Europeo - l’antenato delle lingue tra cui l’inglese e la maggior parte di quelle europee - sia a molte di quelle indiane. Perciò “unità” non è un concetto moderno, non è l’ultimo venuto, ma piuttosto un’idea ed una nozione antiche. E’ parte e fondamento stesso dell’Antica Saggezza della Teosofia.

E’ quindi assolutamente appropriato che il Theosophy Forward abbia una sezione dedicata a “La Nostra Unità”. Procediamo dunque, noi teosofi, uniti gli uni agli altri e con tutta la gente di ogni dove, in quello spirito di unità universale (ovvero di un unico mondo) che la Teosofia riconosce come il concetto di base che sottostà a tutto ciò che esiste.

Link to English version:
http://www.theosophyforward.com/index.php/theosophy/1079-our-unity--series.html