H.P.B. Messaggera della Luce

Ianthe Hoskins – Inghilterra


L’autrice e Colin Price

Ben poco si può aggiungere alle conferenze, ai resoconti biografici e agli omaggi letterari alla memoria che hanno cercato di onorare il Centenario della morte di Helena Petrovna Blavatsky, co-fondatrice della Società Teosofica. Ma se vogliamo, in questa circostanza, ripercorrere il corso della storia teosofica in modo che abbia un certo impatto sul nostro presente, la forza latente del suo tema centrale – una vita che termina, un lavoro che inizia - deve poter emergere. Un lavoro iniziato – e da continuarsi - gli amici e compagni dei suoi ultimi anni, uno dopo l’altro, avevano questo pensiero preminente, e così hanno scritto il loro tributo personale all’insegnante la cui presenza fisica li aveva lasciati.

Il nostro compito è chiaro. Dobbiamo continuare il lavoro che H.P.B. ha così nobilmente iniziato.

Il lavoro a cui ha dedicato la sua esistenza, ora dobbiamo portarlo avanti noi. E’ nei fatti, non nelle parole, che la sua vita deve fiorire e portare frutto nei suoi allievi. Ella ci ha lasciato il compito di mantenere il legame intatto, tramandando agli altri l’aiuto che ci ha elargito con tanta generosità. Cerchiamo di contribuire e di farlo, fratelli, poiché il tempo è tiranno e immensa è l’opera, e il monumento più nobile che possiamo innalzare alla nostra Insegnante sarà la crescita e la diffusione della luce che ella ha portato al mondo.

La morte sposta il focus sulla vita

Betty Bland – USA

(Questo articolo è stato precedentemente pubblicato nel numero di giugno 2015 di TheoSophia, organo ufficiale della Società Teosofica in Nuova Zelanda.)


Betty Bland, già Presidente della Società Teosofica in America, attualmente fa parte del
Consiglio dell’Ordine Teosofico di Servizio e di quello del Theosophical Book Gift Institute.
Lavoratrice dinamica per la Società Teosofica fin da quando, nel 1970, ne è divenuta membro,
continua a dare rilievo alle applicazioni pratiche dei principi teosofici.

Perché le esperienze di pre-morte (NDE) esercitano così tanto fascino su di noi? Certamente sono episodi non ordinari, e costituiscono qualcosa che va oltre le normali esperienze, ma sembra vi sia molto di più. Le esperienze extracorporee ed altre esperienze psichiche come le premonizioni sono numerose ma non sono note come quelle NDE. Non ci sono così tanti best seller o giri di conferenze, riguardo gli altri tipi di fenomeni. La morte, comunque, non sembra attrarre la nostra attenzione finché non ne siamo costretti. Inoltre, sebbene i resoconti di NDE siano così vari nei dettagli da impedirci di avere un quadro chiaro, la NDE dà indizi importanti sulle domande fondamentali della vita. Perché sono qui? Qual è lo scopo della mia vita? Sono condannato per gli errori del passato? Ho perduto per sempre le persone che mi erano care?

La nostra relazione con la morte definisce per noi il significato della vita. Se non c’è esistenza oltre la tomba, allora siamo tentati di “mangiare, bere e divertirci”, ma se la coscienza continua anche senza il corpo fisico, dovremo affrontare conseguenze ben maggiori, oltre la nostra permanenza sulla terra.

Buone notizie dalla Biblioteca Teosofica di Amsterdam


Parte della ragguardevole biblioteca

Quanti tra voi conoscono il direttore di questa rivista sanno che egli ama i libri, quelli veri, libri che vanno tenuti con entrambe le mani e aperti, libri in cui poter fare annotazioni, dei quali si possano davvero “annusare” le pagine. Sì, il vostro direttore è all’antica, ma è piuttosto felice di esserlo; un libro è un libro, e nessuno strumento elettronico portatile può competere con esso. Ci sono molte preziose biblioteche teosofiche, in giro per il mondo e il Theosophy Forward ne ha spesso fatto menzione. Quella di Amsterdam, fondata nel 1899, è certamente una delle più vecchie e più grandi biblioteche esoteriche dell’Europa occidentale. Farvi una visita è un’esperienza che toglie il respiro, pertanto se vi trovate dalle parti di Tolstraat 154 ad Amsterdam, fate lo sforzo di andarci.

Di cos’è fatta una cura?

Richard Hiltner – USA

Come spiega il Dr. Samuel Hahnemann, il termine “cura” o salute si ha quando: “…la forza vitale simile allo spirito (dynamis) che anima l’organismo umano materiale regna in suprema sovranità. Essa mantiene in un’armonia che suscita stupore le sensazioni e le attività di tutte le parti dell’organismo vivente. Lo spirito raziocinante che abita l’organismo può pertanto liberamente usare questo strumento di energia vitale per raggiungere i più alti scopi dell’umana esistenza.”(1)


Christian Friedrich Samuel Hahnemann è stato un medico tedesco,
noto per aver creato un sistema di medicina alternativa chiamato omeopatia

Hahnemann dice chiaramente che la persona “reale” non è costituita solo dal corpo fisico. Il corpo è il veicolo per lo “spirito raziocinante” (forza, chi, qi, forza vitale, coscienza), che esso usa per ottenere conoscenza ed esperienza su questo piano di energia/sostanza, in modo da poter evolvere e sperimentare la vita nel suo complesso; in altre parole, in modo da poter esprimere tutto il suo potenziale (“il più alto scopo dell’esistenza umana”).

Le radici teosofiche dell’educazione spirituale

Kathleen Hall – Canada

Molti Paesi hanno dato avvio a riforme del sistema educativo per rispondere alle nuove esigenze degli studenti del ventunesimo secolo. Il vecchio modello di tipo industriale, che consisteva principalmente nello sfornare lavoratori obbedienti, non è più adeguato ai bisogni del mondo attuale. Nell’individuare nuove forme di apprendimento, sempre più istruttori rivolgono la loro attenzione all’educazione del cuore, oltre che della mente. Nel suo pionieristico video “Changing Paradigms of Education” [Cambiare i paradigmi educativi], Sir Ken Robinson discute della necessità di un piano educativo che sia affettivo e cognitivo nello stesso tempo. Egli afferma che l’obsoleto modello industriale, ancora a fondamento di molte scuole, mostra chiaramente la necessità di una globale riforma del sistema educativo, che nella fase di apprendimento sia rivolta sia al cuore sia alla mente. L’umanità si trova in prima linea in un’epoca nella quale appare necessario un modello educativo che contempli lo sviluppo dell’illuminazione spirituale.

Ci vediamo ad Atlantide

Alcune pubblicazioni, qualora referentesi ad H.P.B. e al suo lavoro, sono ancora piene di travisamenti e presupposti scorretti, ormai logori. L’estratto che segue è uno di questi esempi. Il lettore tenga presente che esso non rispecchia il pensiero del direttore della rivista e nemmeno quello che il Theosophy Forward cerca di divulgare.

Mark Adams, Meet Me in Atlantis: My Obsessive Quest to Find the Sunken City [Ci vediamo ad Atlantide, la mia ricerca ossessiva della città sommersa], New York: Dutton, 2015. [Warren County Public Library]

“Un’altra scrittrice famosa per le sue visioni soprannaturali su Atlantide è stata Madame Blavatsky, occultista di origine russa della fine del XIX secolo, il cui profilo dovrebbe essere sicuramente scolpito, assieme a quello di [Edgar] Cayce, sul Monte Rushmore dei sensitivi. Famosa per le sue sedute medianiche e per aver fondato quel pot-pourri di movimento spirituale noto come Teosofia, Blavatsky ha diffuso l’idea di Atlantide come antica dimora di una razza di superuomini. Ella affermò che il suo libro La Dottrina Segreta era basato su un manoscritto atlantideo (tradotto dalla lingua originale, il Senzar), che godette di massima fama negli anni precedenti all’850.000 a.C., almeno mezzo milione di anni prima di quella che si presume sia stata l’emigrazione dal continente africano del primo Homo sapiens. Gli abitanti dell’Atlantide di Blavatsky disponevano di comodità moderne quali l’elettricità e aeromobili, alimentate da quell’energia psichica chiamata vril. Le cause che ella attribuiva all’estinzione di Atlantide sembrano ovvie, se viste retrospettivamente: un gruppo che praticava la magia nera mandò tutto in rovina creando delle razze ibride a metà tra l’uomo e l’animale, come i centauri, che venivano sfruttati quali guerrieri e schiavi sessuali. Se il pensiero di Blavatsky sulla “evoluzione cosmica” fosse servito semplicemente per alimentare le future fantasie New Age su Atlantide – potete dare ancora un’occhiata al bell’assortimento di tarocchi presso la libreria della Società Teosofica che si trova a Manhattan nella 53° Strada a est –  potremmo liquidarla come una donna eccentrica e inoffensiva; ma le sue idee riguardo le “razze madri” – una divisione dell’umanità in specie più e meno elevate – sono state adottate da quei mistici tedeschi che cercavano appassionatamente di dimostrare che la razza nordica superiore poteva far risalire le sue origini a una mitica isola. Blavatsky parlò degli Ariani come della più evoluta tra le razze madri di Atlantide. Il termine Ariano (dalla parola sanscrita che sta per nobile) era stato originariamente usato dai linguisti per descrivere persone che dal nord Europa erano arrivate fino all’India, e il cui linguaggio aveva origini condivise”. (pp. 85-86).

Link to English version:
http://www.theosophyforward.com/articles/theosophy-and-the-society-in-the-public-eye/1439-meet-me-in-atlantis

La psicoterapia “integrata con la religione” è efficace contro la depressione

Secondo uno studio apparso nell’edizione di Aprile de The Journal of Nervous and Mental Disease pubblicato da Wolters Kluwer, l’approccio a una terapia cognitivo-comportamentale (CBT) che integri il credo religioso dei pazienti è efficace, per quelli affetti da depressione grave cronica, almeno quanto la CBT convenzionale.

“Integrare la CBT con il credo religioso dei pazienti non sembra ridurre in modo significativo la sua efficacia, specialmente in quelli di profonda religiosità”, scrivono il Dr. Harold Koenig e i suoi colleghi del Duke University Medical Center, Durham, N.C. A loro avviso, tale approccio aiuta a rendere la psicoterapia più accettabile per le persone credenti affette da depressione e malattie croniche.

Una saggezza vivente

Da uno studente

[La Rivista Vidya http://www.theosophysb.org/site/publications.html ,  curata dai soci della United Lodge of Theosophists (Loggia Unita dei Teosofi) di Santa Barbara, USA, ha pubblicato nell’edizione estate del 2012 l’articolo che segue, qui leggermente modificato.]

Quale potrebbe essere la distinzione tra una dottrina e un dogma?

Quando si pensa a un dogma, in genere si pensa a un credo. Nelle religioni organizzate c’è una richiesta istituzionale di aderire a un dogma particolare o a un loro complesso. Si ha l’obbligo di dire: “Credo, concordo con quello”. Ma tale affermazione può talvolta essere la premessa di una certa schizofrenia spirituale. Quando cominciamo ad assentire alle cose senza pensarci bene e senza testarle su noi stessi, non sappiamo veramente in cosa stiamo credendo. La Teosofia assume una posizione onesta, a questo riguardo. Non c’è spazio per la fede cieca. Le conoscenze vengono poste davanti allo studente o al ricercatore affinché ci pensi, le consideri e perfino, forse, le riveda, senza nessun obbligo di credere in esse affermando: “E’ così”, o in qualche modo di aderirvi mentalmente.